sabato, Aprile 27, 2024
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Faster, harder…Lener: da Londra a Berlino, Eleonora va di corsa

Eleonora Lener non ha tempo da perdere, solo da correre. Fuori è ancora notte che le gambe sono già in moto. Alle 5 di mattina è in strada, le scarpette da corsa allacciate, il freddo nei polmoni. Mentre il quartiere si perde l’alba per tenersi il sonno, lei corre. È così che ha allungato le distanze: 10 km, poi 21, infine 42. È diventata vicecampionessa regionale di categoria, seconda tra le donne alla corsa di Miguel, prima ai Tre Comuni, prima alla Corri Fregene. Solo pochi giorni fa ha migliorato sé stessa stabilendo il proprio miglior tempo alla Roma-Ostia 2024 (1:32:46). Infine, ha corso la maratona di Berlino. Tutto questo nel tempo record di un anno.

Da gennaio 2023, Eleonora Lener fa parte della squadra di atletica del Circolo, guidata dal nostro Attilio De Iulio. Per ora, il suo nome non compare tra i soci, sebbene in pochi qui possano sentirsi a casa più di lei, magistrato della Corte dei Conti da generazioni. “Mi iscriverò presto – promette – il Circolo è una seconda casa, e i miei figli hanno capito di avere una mamma sportiva. Voglio regalare loro la possibilità di praticare tanti sport”.

Eleonora Lener una runner, da quando?

Fin da ragazza ho sempre corso, anche a livello agonistico. Una volta sposata mi sono ritirata dalle competizioni per concentrarmi sul lavoro e sulla famiglia. Ma il filo non si è mai spezzato: l’ho ripreso a 47 anni, a Londra, nel novembre 2022. Ero lì in vacanza con un’amica e fu lei a iscrivermi al ParkRun, una corsa di 5 km. Feci un tempo pazzesco.

E hai deciso di ripartire…

È successo tutto molto in fretta, quasi per gioco: poche settimane dopo Londra, grazie al Presidente, conobbi Attilio e mi iscrissi alla società di atletica del Circolo. Tempo pochi giorni e già sudavo nella 10 km di Miguel fianco a fianco a un meraviglioso gruppo di ‘matti’ che mi avevano accolto con un calore indescrivibile. A maggio, poi, ho conosciuto Massimiliano Monteforte (Max), atleta e coach dei Purosangue, che è diventato il mio allenatore. Ed è stato così che, per gioco, mi sono ritrovata a correre ogni angolo di Villa Borghese e dintorni, 6 giorni su 7, ascoltando e mettendo in pratica i suoi consigli.

Tra lavoro e famiglia, come riesci a trovare il tempo per allenarti così spesso?

Dormo cinque ore a notte, quando va bene. La giornata inizia presto, troppo presto, direbbe qualcuno. Alle 5 sono fuori casa con il cane: quella passeggiata è già un riscaldamento. Poi caffè, scarpette e si parte. Quando torno ho ancora tempo per farmi la doccia e portare i ragazzi a scuola. Può sembrare atroce, ma allenarsi all’alba ha i suoi vantaggi: sei ancora fresco, non hai la pesantezza di un’intera giornata sulle spalle, e inizi mettendo subito endorfine in circolo. E poi, correndo di buon mattino, hai tutto il giorno a disposizione.

C’è chi non lo farebbe nemmeno pagato…

I più sedentari mi danno dell’invasata (ride). Capisco che possano sembrare ritmi insostenibili, ma per me non c’è niente di più naturale. La corsa mi dà adrenalina, è una sfida infinita con me stessa. Non lo nego, organizzo gli impegni della settimana sulla base dei miei allenamenti. Quando parlo della corsa con altri runner mi brillano gli occhi. Per chi, come me, conduce una vita stretta fra molti impegni e altrettanti doveri e responsabilità, correre è rompere gli schemi. Nelle gare mi ritrovo a condividere gioie, fatiche e problemi che esulano dalla vita di tutti i giorni: il dolore fisico, la resistenza mentale, la ricerca di un bagno dove capita, il pianto di frustrazione e le lacrime di gioia…esperienze impagabili.

Qual è stata la corsa più bella?

Berlino, ottobre 2023: la mia prima maratona. Già alla partenza in aereo mi sembrava un sogno. Venivamo da mesi di allenamenti estenuanti. Chi ha ancora impresso il ricordo del caldo di quell’estate può immaginare cosa ha significato svolgere una preparazione atletica tra luglio e a agosto. Eppure, in quei giorni di siccità, nasceva un gruppo unito con quelli che chiamo i miei fratelloni: Stefano, Attilio, Silvio T. e Silvio M., Sandro, Francesco, Carlo, Marco, Claudio, Flavio, tutti veterani. Mi hanno insegnato tanto e mi hanno aiutato a tirare fuori la mia determinazione. Di Berlino ricordo la tensione dei giorni precedenti, il ritiro del sabato pomeriggio, il pollo alla piastra, essenziale per la dieta, che non si trovava in nessun ristorante. L’ho corsa in 3 ore e 40 minuti: da lì è nata la convinzione che avrei potuto togliermi grandi soddisfazioni.

E La prova più dura?

La Roma-Ostia dell’anno scorso. Non ero ancora pronta per una mezza maratona. Al diciottesimo chilometro le gambe non andavano più, si erano bloccate. Gli ultimi tre chilometri sono stati una tortura.

Nonostante fosse ‘solo’ sei mesi prima di Berlino…

Pensa quanta differenza può fare l’allenamento! All’epoca non avevo un preparatore atletico, né una preparazione adeguata. Correvo da sola, senza un programma, giusto per fare movimento e senza un obiettivo specifico.

A cosa pensi mentre corri? Come tieni occupata la mente per intere ore?

La gara è una festa allestita per te: c’è il pubblico che ti incita, ci sono i bambini che ti danno il cinque, c’è la musica. Eppure, quando corro, tutto intorno a me scompare, è come se entrassi in un’altra dimensione, in un mondo tutto mio. Mi concentro sulle sensazioni che avverto in ogni istante, sul benessere che percepisco dal mio corpo in movimento. Non penso a nulla di specifico, se non alla sfida con me stessa, all’idea di potercela fare. Un mese fa ho corso la gara dei 3 Comuni, che è molto temuta perché quasi tutta in salita. Niente pubblico, niente tifo. Mentre spezzavo il fiato, vedendo la cima avvicinarsi, mi fomentavo da sola, mettendo un piede dietro l’altro e sussurrando a me stessa: “ce la sto facendo”

Molti runner ascoltano musica per distrarsi o rilassarsi. Hai una tua colonna sonora?

Quando mi alleno con Max la musica è vietata. Ho bisogno di sentire il mio passo, mi aiuta a concentrarmi. Quando mi alleno con gli altri, è il passo del gruppo a darmi la carica. Non esiste musica migliore.

All’orizzonte si profilano la maratona di Roma e quella di Boston. Come le affronterai?

Roma la farò a staffetta mista con gli altri soci del Circolo, proprio come l’anno scorso, quando il team “quota rosa” raggiunse un ottimo obiettivo (e ci divertimmo tantissimo!). Saranno le prove generali per Boston e poi per Chicago. Boston dicono tutti sia tosta, soprattutto per la famosa salita “spaccacuore”, il cui nome è tutto un programma. Quanto all’obiettivo, non dichiaro mai il tempo che vorrei fare perché le variabili sono davvero tante: un mal di testa, la pioggia, il vento, una notte insonne. Tutto può influire in mille modi diversi. Se dovessi fare un tempo inferiore a Berlino, che era una maratona in pianura, sarebbe un successo. Ma l’importante è divertirsi e già non vedo l’ora: se apri il mio Instagram vieni inondato di reels e video sulla preparazione alla maratona

E dopo?

Dopo vorrei correre a New York, Londra e Tokyo e conquistare la medaglia delle Six Stars (trofeo che attesta la partecipazione alle sei maratone più prestigiose del mondo: Berlino, Boston, Chicago, New York, Londra e Tokyo). A giugno poi vorrei fare la Cortina-Dobbiaco, 30 km tra le montagne, in un panorama incantato.

Ti aspetta un anno pieno di sfide. Quanto conta il supporto della tua famiglia?

Dopo Berlino hanno capito che faccio sul serio. Per Boston e Chicago hanno preteso di accompagnarmi. E non potrei essere più felice!

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